Archivi tag: fai fieno finché splende il sole

il tempio

dai,
corriamo al dunque,
ché già troppo tempo
è scivolato via dai nostri giorni
tanto
lo sai bene che è il tuo corpo
il mio luogo di culto
è il tuo corpo
il mio tempio
perso nella giungla
che lo divora di liane
e di grida di scimmie,
sulla cima di un monte
avvolta da nebbie
di silenziose nuvole basse,
sul fondo dell’oceano
come nave da guerra affondata
quieta dimora di pesci e coralli
anche loro, come me
instancabili custodi
suoi incrollabili
fedeli.

dai,
non farmi domande,
ché non è induista
questo mio tempio,
non è cristiano né buddista
questo tuo corpo
ché è tutte le religioni
del mondo
e nessuna in particolare
è il luogo dove cerco dio
trovandolo specchiato in me, ogni qual volta
mi accoglie in meditazione e preghiera
e dove tu
sacerdotessa
benedici il mio respiro
e i miei peccati
nella segreta speranza
che non smetta mai
di cercar
redenzione.

firma Ale

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l’attesa

mentre ti aspetto
vorrei, sai
scrivere qualcosa
e cazzeggiando e
bevendo un rosso ormai fuori stagione
potrei affacciarmi sulla palude
dei miei ricordi
ma non ho voglia di acque ferme
(non stasera)
allora potrei frugare, sai
nel surrealismo dei miei desideri ma
ho i vaccini scaduti
e poi
poi
la surrealtà
mi sarà utile stanotte
dunque, infine
potrei scrivere di questa attesa
dei minuti che ne fanno tessuto
dei minuti che mancano
al tuo albeggiare
ma, sai
preferirei metter su Miles Davis
versare due dita di Talisker
stendermi come se il tempo fosse fermo
e a lui, consegnarmi
perché l’attesa non si descrive
non si fotografa
né si contiene
l’attesa s’assapora
come su di un mare forza otto
il trasbordo di un traghetto
verso le coste limpide e serene
della Sicilia.

firma Ale

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ci sono già le fragole

febbraio
ci sono già le fragole
in questa città piena di freddo
di miserie
e di guanti spaiati
rosse, sono
e acerbe
e scialbe
scialbe come questi giorni di gesso
acerbe come questa primavera
che non ci riguarda
ché non è tempo, ché non è aria
e rosse
come i papaveri di maggio
che battono i cigli delle strade periferiche
tra puttane, immondizie, immonde verità
apparse allo sciogliersi della neve che
queste fragole fragili e abusive
non sanno asciugare,
piccoli proiettili primaverili
esplosi a salve
contro noi infreddoliti
noi inermi obiettivi
impazienti
per una fine dell’attesa
che stavolta
non sia come queste,
stupide,
fragole di serra.

firma Ale

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