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memento

il tuo ricordo
mi aggredisce bastardo mentre salgo le scale
ed è una vertigine
questo tuo ricordo
come quando voli in aereo per la prima volta
o come quando scampi per un pelo
ad un pericolo mortale
o come quella
di quando ti vidi la prima volta
quando arrivasti
come ritardataria goccia
di un temporale estivo
che ormai si spegne.
oh! questo tuo ricordo
immobile sulle scale
inutile stupenda invenzione
che ora, improvvisa
accelera e crolla
come una collina che si sgretola
in massi che rotolano a valle
sulla terra rossa
di ruggine e
sangue.
oh, se tu solo lo vedessi
questo tuo ricordo
fiera come mai
pur senza alcun merito
lo carezzeresti non trasfigurando i fatti
di un tempo brillante e rapido
come una fiamma al fosforo
che solo ora, in ritardo,
ci scotta
la pelle.
oh, questo tuo ricordo
non cercato, ma rinvenuto
quale unico piccolo diamante
dietro un’intera miniera svuotata a mani nude
queste stesse, sanguinanti
che ora frugano nervose in cerca di chiavi
spazzando via dagli occhi
l’allucinazione
di questo tuo
quanto mio
inossidabile
ricordo.

firma Ale

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questi miei occhi

questi miei occhi

con questi miei occhi
verdi
e instancabili
ho messo a fuoco e guardato
scorrergli davanti
inondazioni di bellezza urlante
con questi miei occhi
ho visto colline gialle
punteggiate di alberi solitari e rigogliosi
mossi dal vento
che quasi camminano
ho visto l’ultima luce
di giornate orribili
schiantarsi su nuvole basse
esplodendo
di rosso e di blu
dentro questi miei occhi
che del bello si nutrono
del bello, s’inebriano
come vino per la bocca
come suoni per i timpani
come pelle
per la pelle
e quando stanchi
esausti
infine si chiuderanno
porteranno con sé
tra le stelle
il loro carico di bellezza
presentandosi
alle anime sfuggite alla vita
come gli occhi fortunati
del loro piccolo e
infinitamente grato
uomo.

Rionero in Vulture, 19 Giugno 2015
firma Ale

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