Saro ha 88 anni e le mani forti. La sua casa è ancora dov’è stata costruita, e con lei tutte quelle che lui ha costruito nell’ultimo mezzo secolo, circa un centinaio. Tutte in piedi, non dirò belle, questo non lo so, ma tutte solide come la roccia di certo sì. Solide le sue stesse mani. Perché te lo chiede sai, Saro, se ci credi o no che le sue mani siano tanto forti come lui sostiene, nonostante le tante primavere. Te lo chiede spesso durante i suoi racconti, se gli credi, e non solo sulle sue mani ma su un po’ tutto, come se fosse abituato allo scetticismo della gente che incontra, gente montanara, testarda, di cuore. Comunque sia, ti prende la mano dopo che gli hai risposto di sì, che gli credi, perché lui te lo vuole dimostrare a prescindere, che tu sia scettico o meno. Mezzo secondo e la tua mano è inerme nella sua presa di ferro; la realtà è che il vecchio marpione sa come prenderti per farti male, la forza applicata è in realtà poca ma sufficiente a farti desistere da qualunque possibile reazione, tu stai al gioco e glielo dici, sì Saro, hai ragione, hai ancora tanta forza, ora lasciami andare le dita, ché mi fai male. Te le lascia dopo un po’, sorride, ti guarda come non sapesse chi sei, quando forse non lo sa sul serio. Continua la lettura di Saro, le mani, la scimmia e il terremoto
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